domenica 27 settembre 2009

Sono pazzi questi inglesi.....per il cibo!!!!










Ok, lo ammetto, non sará mai il momento giusto per cominciare a parlare della mia vita londinese quindi ho deciso che gradualmente ma non troppo, pubblicheró spaccati e immagini fugaci di questa nuova avventura gastronomica.
Dalla fine di Agosto ad oggi, devo ammettere che mi sono aggirata per questa nuova cittá con fare non troppo disinvolto. E questo non é da me!!!
Come antidoto infallibile al senso di spaesamento che una nuova vita e nuove abitudini possono causare peró c'é stato il mio amore per la cucina e il rispetto che ho per la gastronomia locale come chiave di lettura di ogni posto che visito.
Quindi comincerei con il segnalarvi questo mercato, luogo di pellegrinaggio dei foodies londinesi.
Il London Borough Market é il posto perfetto dove trascorrere una domenica mattina. Quando varchi la soglia del mercato comincia un viaggio sensoriale intorno al mondo. Sapori, colori e profumi ti accompagnano allo scoperta di una delle grandi passioni londinesi del momento...il cibo
Insieme ad un ritrovato orgoglio ( non so in realtá da quanto tempo) per i prodotti della propria terra e all' irresistibile fascino, un po' old fashion, del mercato di provincia, ci si puó godere il carosello multietnico tipico di questa cittá.

Borough Market, London Bridge.
www.boroughmarket.org.uk




domenica 23 agosto 2009

Rebus





Now......

venerdì 1 maggio 2009

Carciofi e vaniglia ... insoliti incontri


Lui frastornato da un mattino rumoroso in un mercato rionale. Sballottato violentemente da voci stridenti con la pretesa di essere suadenti: "Da me... i piu grandi... i più belli... il vero carciofo romanesco..." "Gia puliti, pronti in attimo, al prezzo migliore" "... il signore che prende?" "... che te do?!"
Lui che: "no grazie, faccio un giro" "non mi serve" "forse solo un kilo di..."
La stessa storia tutti i sabato mattina perchè gli piaceva prendersi cura di se, della propria alimentazione, fare la spesa al mercato, poi, lo faceva sentire meno solo.
Lei, che era appena arrivata nel quartiere, cercava spezie per la nuova dispensa, nella nuova cucina, che questa volta avrebbe avuto perfino un forno. Sarebbe stato il migliore sul mercato! Fantasticava pensando alle funzioni super tecnologiche e alle varianti di colore, in una mano depliant stropicciati di megastore di zona, nell'altra la lista della spesa.
Per cominciare doveva assolutamente trovare dei baccelli di vaniglia, era convinta che li avrebbe scovati con un po' di pazienza, ma la convizione scemava banco dopo banco e smorfia dopo smorfia. Dopotutto la signora Maria a Centocelle baccelli di vaniglia non ne aveva mai venduti e non ne aveva neache ora che il suo aiutante si chiamava Hassan.
"Forse se cominciassi dai carciofi?" si disse.
La sera avrebbe inaugurato il tavolo e le sedie nuove invitando un lui come le avevano consigliato le amiche. Avrebbe provato un abbinamento che la intrigava, rivisitando una ricetta letta qualche giorno prima su uno dei suoi blog preferiti. Il pensiero che quel piatto potesse essere gradito dal suo futuro ospite non la riguardava. Pensava da single; ora che lo era da un po' c'aveva fatto l'abitudine; o forse pensava ancora a lui del quale conosceva perfettamente i gusti. Avrebbe adorato questo abbinamento di sapori, avrebbe adorato tornare e trovare lei... in cucina ad aspettarlo.
Farsi strada tra la gente, tra le massaie agguerrite pronte a tutto per quel carciofo (... il più grande... visto che il prezzo si fa a pezzo!!) per lui diventava una questione di orgoglio maschile!
Nella sua testa, inoltre, risuonava un diktat...: "Solo verdure di stagione!!!! Solo del posto!!!" Doveva obbedire alla sua coscienza di consumatore attento e obbedire, dopotutto lo metteva al riparo dalle incertezze. Ma che cosa c'avrebbe fatto con quella specie di fiore verde e spinoso?
Allungò la mano. Aveva finalmente conquistato la prima linea!
Corciofi e vaniglia, un po' come dire tradizione e ricordo misto a voglia di tenerezza. In fondo questa ricetta a lei suonava così. Poi alzo gli occhi e incontrò il suo sguardo spaesato, quasi divertente sulle prime, disarmante, quando le sembrò di guardarsi in uno specchio!
Erano lì per caso, tutti e due senza sapere il perchè. Ad un tratto una sensazione o forse solo un desiderio.
Magari a lui quel risotto sarebbe piaciuto.

La ricetta

Riso carnaroli o Riso Roma, 250 g
3 carciofi romaneschi
cipollotto fresco o porro
brodo vegetale
1 baccello di vaniglia
crema di latte 150 ml
2 limoni
quanche foglia di menta
qualche fogliolina di timo
sale e pepe da macinare

Pulire i carciofi, privandoli delle fogli esterne più dure e delle spine alla sommità. Con un coltello tagliarli a metà e privarli della barbetta interna. Metterrli a mollo in acqua acidulata con un limone.
Far inbiondire il cipollotto in una pentola antiaderente e unire i carciofi ridotti a spicchi sottili. Saltarli un po', sfumarli con il succo di un limone. Aggiungere un po' di acqua calda per lessarli. Quando saranno quasi lessati e l'acqua si sarà asciugata aggiungere il riso. I chicchi dovranno tostarsi uniformemente. A questo punto unire una quantità tale di brodo che ricopra quasi tutto il riso e gli ingredienti. Purtroppo io vado ad occhio! Coprire la pentola con il coperchio e aspettare che il brodo si asciughi. Intanto prendere la panna, aggiungere i semini della stecca di vaniglia, le foglioline di menta tritate e il timo.
A metà cottura, quando gran parte del brodo si sarà asciugato aggiungere la crema di latte aromatizzata.
Il risotto terminerà la sua cottura con la panna che sostituirà la mentecatura con il burro.
Aggiustare di sale e pepe e servire il risotto tiepido perchè i sapori delicati delle spezie si sposino bene con il carciofo.

domenica 5 aprile 2009

Torta al cioccolato al sapor di mirtillo


E' una domenica mattina, è Aprile e la prima cosa che faccio, appena scesa dal letto è uscire a respirare l'aria di primavera. Ma la seconda cosa, vabbè la terza, perchè la seconda è dare la pappa al mio gatto, è preparare la colazione per un po' di coccole fai da te. Questa mattina insieme ad un caffè bollente mi concedo una fetta di torta al cioccolato profumata al mirtillo. In mancanza di mirtilli freschi ma folgorata dall'idea di questo abbinamento, ho usato uno yogurt ai mirtilli.
Il risultato è interessante anche se ben lontano da quello che avrei ottenuto usando i frutti freschi. Lo yogurt comunque ha sostituito in parte il burro e ha reso soffice l'impasto. Dunque direi che se non avete voglia di ricordi ma di cose concrete potete usare ugualmente lo yogurt ma al naturale. Buona colazione e soprattutto buona primavera a tutti.

Ingredienti:

100 g di mandorle
150 g di farina manitoba
3 uova
200 g di zucchero
1 vasetto di yogurt ai mirtilli
zucchero a velo
150 g di cioccolato extra fondente
1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/2 bustina di lievito vanigliato per dolci

Tritate le mandorle finemente con il mixer, mescolatele alla farina, al lievito e al bicarbonato. Con una frusta elettrica montate le uova con lo zucchero finchè il volume della crema non sarà raddoppiato. In un pentolino fate sciogliere il burro con il cioccolato fondente. Unite la ganache alle uova montate e mescolate con delicatezza. Aggiungete lo yogurt e infine la farina mescolata con gli altri ingredienti secchi.
Inburrare uno stampo da torta del diametro di 20 cm e infornate per 20-30 min circa a 180°.

sabato 21 marzo 2009

Scones Vs. maritozzi

Avevo promesso una bella colazione ad un amica e volevo proprio giocare un po'con il lievito.
Volevo dei panini e ho pensato ai britsh scones (chissà come mai questa ispirazione?). Con tutto il rispetto per il cappuccino e il cornetto del bar, che non ha eguali al mondo, ci voleva una colazione da consumare con calma tra chiacchiere cucchiai e marmellate ... insomma ci voleva un english breakfast.
Navigando, navigando ho recuperato la ricetta degli scones nel Blog del Cavoletto ma passando in rassegna gli ingredienti ho deciso di apportare qualche modifica e invece di usare il lievito per dolci ho usato quello di birra. Di necessità virtù! Per guadagnare qualche ora di sonno in più e avere la mia colazione calda e fragrante l'indomani, ho preparato l'impasto la sera prima e l'ho lasciato lievitare tutta la notte.
Risultato? Scones italian style, il cui profumo appena sfornati, mi ha ricordato incredibilmente i mitici maritozzi dell'infanzia. Come non ultimare allora la metamorfosi degli scones in maritozzi con uno schiroppo di zucchero e fiori d'arancia spennellato sulla loro superficie cosi da renderli belli appiccicaticci ... da leccarsi le dita?!


Ingredienti per all'incirca 7 scones

250 g di farina manitoba
150 ml di latte
80 g di uva sultanina
55 g di burro
mezzo panetto di lievito di birra da 25 g o mezza bustina di lievito di birra in polvere
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino di sale

Far rinvenire l'uva sultanina nel latte. Setacciare la farina con il lievito, il sale e lo zucchero. Aggiugere il burro morbido a fiocchetti e impastare con le dita creando delle briciole. Aggiungere il latte con l'uvetta, poco per volta, impastando con un mestolo. Coprire l'impasto che dovrà risultare bello colloso e no troppo liquido (in tal caso aggiungete un altro po' di farina). Lasciarlo lievitare tutta la notte. La mattina dopo, infarinatevi le mani e create dei panetti. Infornateli per un 15-20 min. a 200°. Nel frattempo in due cucchiai d'acqua scioglire 4 cucchiai di zucchero e aggiungere qualche goccia d' acqua aromatizzata ai fiori d'arancia.
Sfornate gli scones e spennellateli con lo sciroppo.

venerdì 20 marzo 2009

Costolette al brandy


Un post veloce veloce! e molto ortodosso. Ok, mi arrendo! perchè non posso resistere alla voglia di digressione.
Come non raccontarvi di quando in un pomeriggio uggioso assistevo al ricongiungimento di un quarto di bue con la sua allevatrice che lo riconosceva tra tanti sul bancone della famigerata macelleria Nereggi (Carluccetto! per capirci).
Ebbene si! davanti a questa scena la mia natura paesana ha preso il sopravvento sul mio cuore insensibile di consumatrice da super market e cellophane. Al cospetto di tanta genuinità a km 0 mi sono decisa a fare una bella spesa tra bistecche, salsicce e costolette.
Il problema che in famiglia eravamo in due al tempo dell'accaduto e adesso che sono sola per combattere la malinconia ancora scongelo per due, cucino per due e soprattutto mangio per due!! Per questa doppia razione di costolette ho pensato ad una cottura che presupponesse un consumo a più riprese.
Così, non avendo fretta, una bella marinatura ha profumato la carne rendendola più morbida prima di scegliere di cuocerla in casseruola sfumandola con del Brandy. Il giorno dopo un'altro giro di pentola e le vostre costolette rinasceranno a nuova vita belle abbrustolite.

Ingredienti

Per la marinatura
olio extravergine di oliva
il succo di un paio di limoni
2 spicchi d'aglio
semi di coriandolo
semi di finocchietto selvatico
pepe rosa e verde
rosmarino e salvia

1/2 chilo di costolette di maiale
un bicchire di Brandy
1/2 cucchiaio di amido di mais o eventualmente

In un mortaio pestare i semi di coriandolo e di finocchietto.
Una volta posta la carne in una insalatiera, insaporirla con le spezie, irrorarla con olio e succo di limone e girarla bene lasciandola marinare per qualche ora. (se la preparate la mattina sarà ottima per l'ora di cena).
Prendere poi una casseruola porvi la carne e il succo della marinatura filtrato (NB. la marinatura va sottoposta ad un processo di cottura poichè potrebbe contenere dei batteri rilasciati dalla carne cruda). Lasciare che la carne rosoli per un po' e poi aggiungere un bicchiere di brandy e l'amido. Una volta che il brandy si sarà ascuigato e si sarà addensata una salsina vellutata salare a piacimento e lasciare rosolare la carne qualche altro secondo. Le costolette saranno ottime servite calde.

martedì 24 febbraio 2009

Questa non è una frittata!!!


Il mio amore per la cucina etnica non è stato proprio quello che si definisce un colpo di fulmine. All'inizio alquanto convenzionale di un cinese di provincia, per niente apprezzato dal mio palato, che ha sempre avuto velleità, è seguito il mio incontro con la cucina spagnola e con Bea ai fornelli.
La nostra coinquilina cantabrica, ci ha infinocchiati ben bene con la storia della sua leggendaria sangria (la prima della sua vita) e della tortilla de patatas. Mi soffermerei sul momento della preparazione della Tortilla che ricordo come un rito iniziatico. L'atto di pelare le patate rigorosamente al coltello è una prova che sa di macismo! Giovani e baldi spagnoli ne fanno il loro vanto. Mentre alle cipolle possono pensare anche le donzelle indifese (beffardo destino che ci vede sempre versare lacrime amare!!!).
Quando gli ingredienti sono tagliati ad arte, si versa il prezioso olio d' oliva nella padella (dovendo accontentarsi di quello italiano che a detta degli spagnoli è un ripiego!!!) e si friggono i tocchetti di patate e cipolle. Appena dorati, i nostri ingredienti vanno scolati, salati ed aggiunti alle uova strapazzate. Il composto verrà di nuovo versato in una padella profonda e cotto a fiamma dolce.
Miracolo dell'incontro tra i popoli e le loro culture, ho gustato una squisita tortill.....FRITTATA!!!!!!
Si proprio così! Tanta reverenziale attenzione alle fasi di preparazione di una semplicissima ed erta frittataaaaa! Tutto il mondo è paese e a proposito di paese alla mia versione di Tortilla aggiungo un ingrediente proveniente da un ridente paese Laziale ... semi di finocchietto selvatico di Tolfa. Uno scambio culturale veramente gustoso!!!

PS. A parte gli scherzi quello che differenzia una tortilla da una frittato è lo spessore dato dal rapporto tra gli ingredienti. Patate e cipolle devono essere pittosto abbondanti rispetto alle uova.
Io ho usato 4 belle patate, 1 cipolla per due uova.

giovedì 5 febbraio 2009

Voglia di colazione


Un' improvvisa e compulsiva voglia di colazione, quando il resto del mondo pensava: "cosa faccio per cena?" si è impossessata di me. Allora, mentre onoravo il mio dovere nei confronti di una cena, un po' approssimativa e distratta, (per dirla tutta!) sceglievo con disinvoltura gli ingredienti dei muffin che avrei gustato la mattina dopo con una calda e very strong tazza di tea.
Il pensiero di una bella colazione magicamente ha saziato la fame imminente e mi ha permesso di dedicarmi alla scelta degli ingredienti: zucca e cioccolato fondente, gli ingredienti principali !
Devo dire che la folgorazione improvvisa ha accorciato notevolmente i tempi di documentazione e mi sono accorta di qualche erroruccio di esecuzione che, tutto sommato, non ha compromesso la riuscita dei dolcetti! L'impasto è cresciuto bene! forse non sono dolcissimi ma potrebbero piacere proprio per questo. E poi volete mettere saziare la mattutina fame atavica con una cosima home made?!!

Muffin alla zucca e gocce di cioccolato
200 g di polpa di zucca
100 g di cioccolato fondente in pezzi
350 g di farina
1 bustina di lievito vanigliato
essenza di vaniglia
1/2 cucchiaio di bicarbonato di sodio
2 uova leggermente sbattute
120 g di zucchero di canna
3 cucchiai di miele
150 ml di latte
60 g. di burro fuso
1 pizzico di cannella in polvere
1 pizzico di noce moscata


Mescolare insieme gli ingredienti asciutti: farina, bicarbonato, lievito, cioccolato in pezzi, zucchero. Aggiungere la polpa della zucca finemente grattuggiata. Sbattere leggermente le uova e sciogliere il burro. Unire tutti gli ingredienti e mescolare con un cucchiaio facendo attenzione a non lavorare troppo l'impasto che deve rimanere un po' grumoso.
Infilate i pirottini di carta (mi raccomando fate attenzione alla qualità della carta perchè deve essere tipo cartaforno) in appositi stampini per muffin.
Infornare in forno caldo a 175° per circa 20 minuti. Quando i muffin saranno cresciuti e dorati spegnere il forno e lasciarli raffredare in forno.

domenica 25 gennaio 2009

Brunch time


Ore 10:30 a.m. scendo dal letto, scortata dal mio affamato gatto che scandisce ogni mio passo esitante con miagolii isterici che a poterli tradurre suonerebbero più o meno così! "Ho fameeeeeee!".
Potrei mettermi un bel paio di occhiali da sole, per coprire le sbavature del trucco e scendere giù al bar a comprare cornetti per il mio uomo e bermi un bel cappuccino ma decido, guardando l'orologio, che è ormai passata l'ora del breakfast ed è ancora lontana l'ora del Lunch. Che sia Bruch! E la mattina prende un'altra forma.
Mi piace questo pasto ibrido, fa molto pigrizia e rilassamento. Fa domenica! si perchè c'è il dolce e profumo della colazione, prolungata grazie a piatti sfiziosi e un tantino più elaborati accompagnati da più di una tazzina di caffè e una bella spremuta. Così tra un sorso e un boccone puoi gongolarti per casa almeno fino a mezzogiorno, prima di dare il via ufficiale alla giornata.

Questo il menù del mio Brunch:
Pancake classici con miele
Pancake mediterranei, olio e zucchero (stessa base! facilissima da preparare)
Tortino di alici (preparato la sera prima)

Qualche quadratino di cioccolato fondente
Caffé
Spremuta di arance rosse

Pancake mediterranei
120 g di farina
200g di latte
30 g burro
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato di sodio
1 uovo

Setacciare in una terrina farina, lievito, bicarbonato, sale, zucchero. Aggiungere il burro fuso, l'uovo e il latte mescolando con l'aiuto di una frusta elettrica ad una velocità media.
Non appena l'impasto sarà ben amalgamato, lasciatelo riposare per circa un oretta.
Procuratevi una padella antiaderente, riscaldate la superficie su fiamma bassa. Se volete potere far sciogliere qualcge ricciolo di burro. Adagiate due cucchiai di composto e non appena noterete che i bordi del composto si sono solidificati e che sulla superficie appaiono delle piccole bolle girate la frittellina lasciandola dorare anche sull'altro lato. L'unica accortezza equella di non far scurire troppoil pancake. Meglio tenere la fiamma piuttosto bassa.
Servire i pancake caldi cosparsi di olio di olivo di recente spremitura (sarebbe meglio) e abbondantemente zucchero ( anche di canna se preferite).


Tortino di alici

250 g di alici già pulite
3 patate medie
tre cucchiai di pangrattato
qualche fogliolina di salvia
erba cipollina
2 piccoli peperoncini secchi
aglio
aceto balsamico
olio, sale e pepe

Lasciate rosalare due spicchi d'aglio, un paio di piccoli peperoncini e le foglioline di salvia spezzate a mano in olio caldo. Lasciate soffriggete giusto un minuto e togliete dal fuoco.
Aggiungete all'olio aromatizzato 3 cucchiai di pangrattato. Amalgamate velocemente, spruzzate un po' di aceto balsamico. salate( ma non troppo visto la sapidità naturale delle alici) e aggiungere l'erba cipollina (io ho fatto con quella secca ma niente a che vedere con l'originale).
A questo punto pelate le tre patate e riducetele a fettine sottili. Poi prendete le alici aperte a libretto, private della testa e della lisca centrale e passatele nel pangrattato. Prendete una teglia rivestita di carta forno, ungetela con un filo d'olio e adagiate uno strato di patatedisposte a raggiera, poi le alici, ancora patate, un filo d'olio, alicie e chidete con altre patate. Spolverate la superficie del tortono con il pangrattato rimasto e con un filo d'olio.
Informate per circa 30 minuti a 170/180°.
Servire il tortino tiepido così che i sapori risaltino meglio.

domenica 18 gennaio 2009

Nevicata di cocco avec... rien



Pubblico qui il contributo della mia collaboratrice addetta alla rubrica tollerabili intolleranze
Merci!


Ciambellone al cioccolato con nevicata di cocco(no lattosio,no albume,no glutine,no lievito)
230 gr zucchero
200 gr farina riso
100 gr fecola patate
3/4 tuorli
1 cucchiaino di bicarbonato
cioccolato in polvere amaro
100 ml abbondanti di olio
100 ml abbondanti di latte di riso
farina di cocco

Con delle fruste elettriche mescolare i tuorli con lo zucchero e aggiungere latte e olio. Aggiungere a questo punto piano piano farina,fecola e bicarbonato e mescolare. Quando il composto è ben amalgamato aggiungere il cacao. Oleare una teglia e coprire con un pò di farina di riso. Versare il composto e infornare a 180 gradi (dopo una mezzoretta o quando vedete la torta ben cresciuta e cotta controllare cottura con stecchino). A fine cottura spolverare con farina di cocco e lasciare riposare per una mezzoretta nel forno caldo.

sabato 3 gennaio 2009

Bologna e dintorni

...ma si potrebbe dire anche dintorni e Bologna. La proprietà transitiva è d'obbligo visto che il luogo in cui abbiamo brindato al 2009 è stato il paesino di Monterenzio, sull'appennino sud orientale adagiato in un territorio"pieno di valli"!!! Il savoir faire culinario emiliano ha trionfato sulla tavola dei nostri ospiti romani da poco adottati e sapientemente convertiti alle ricette locali. Consigliati da una delle regine della pasta ripiena bolognose, (quanto prima vi fornirò l'indirizzo) abbiamo assaggiato caramelle con ripieno di parmigiano e radicchio condite da una crema di cipolla appassita nel burro. Per secondo è stato il turno del macellaio di Monterenzio che ha letterarmente costretto la padrona di casa a farci assaggiare ossobuco di manzo rosolato su una base di soffritto e cotto nel latte.
Il temperamento degli emiliani si esprime nella loro cucina. La rotondità dei sapori scalda il cuore e non solo; così in una Bologna imbiancata noi, come viandanti, abbiamo trovato rifugio e un pasto caldo presso la Trattoria del Rosso, colore spesso associato alla città bolognese. Tra le faccie degli affezionati che avevano prenotato per tempo, noi eravamo lì ad assaggiare i classico antipasto. Un must: crescentine calde riempite da un cucchiaio di squacquerone, seguite da un boccone di mortadella!!! e io sarei già stata a posto se non fosse che non si potevano non onorare anche i primi: i mitologici tortellini, rigorosamnte in brodo, tortelloni e infine passatelli anch'essi in brodo. Per i carnivori niente paura l'Emilia non pùo deluderli. Il protagonista indiscusso è il maiale! Così, volendo si poteva concludere con un succulento stinco al forno, accompagnato dal classico friggione. Magari la prossima volta... perchè sono sicura che ci sarà!!! Non vedo l'ora.

Trattoria del Rosso
Via Augusto Righi, 30
Bologna tel. 051 236730

venerdì 2 gennaio 2009

Olio Necci

Piccola autocelebrazione; la creazione di una targhetta d'autore per una produzione assolutamente dedicata a noi membri della famiglia ne è il segno tangibile.
Me la concedo perchè non celebro solo un lavoro faticoso e amorevole ma anche un patrimonio nazionale: l'olio extravergine di oliva.
Dell'oro non ha solo il colore ma anche la preziosità! Veramente per tutti gusti, l'olivicultura italiana è l'espressione della varietà di paesaggi e della moltitudine di sapori e intensità che rende così interessante la nostra gastronomia. Provate ad assaggiare l'olio del vostro territorio, a scovare piccoli produttori che con sacrifici poco riconosciuti non tradiscono la qualità di antiche colture.
Personalmente aspetto con golosità l'inizio dell'inverno per assaggiare l'olio nuovo, piccante e denso e magari passare un pomeriggio ad aiutare la mia famiglia nella raccolta.
Così la ricetta che vi consiglio questa volta forse vincerà l'oscar per la semplicità ma sicuramente si rivelerà un' esperienza culinaria per niente scontata se seguirete tutte, e dico tutte, le mie indicazioni.

Prendete una fetta di pane fresco, appena sfornato, del tipo che preferite meglio ancora se tipico della zona, e ricopritelo con un filo di olio extravergine di oliva appena spremuto a freddo, magari con mole di pietra. Vi concederete un connubbio perfetto di sapori.