giovedì 30 dicembre 2010

Stasera per cinema... ultimo appuntamento 2010



Lasciami entrare
Låt den rätte komma, Let the Right One In
vs
Panna cotta natalizia dai sapori scandinavi

Difesa Jubecca
vs
La gatta




Per dicembre ti propongo di andare con la mente, la visione, e la cucina in Svezia: Lasciami entrare (Låt den rätte komma in, o in inglese: Let the Right One In) è un film considerato horror diretto da Tomas Alfredson. Si tratta di un adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist, che è anche autore della sceneggiatura. In realtà è un film sentimentale, non è considerato un horror perchè fa paura ma perchè si ambienta nel mondo dei vampiri. Tuttavia si ambienta anche nel mondo dei bambini. Ecco, gli indizi sono tra le righe: hai il rosso, la dolcezza, la tenerezza, l'aspro e il rude della verità cruda (sebbene sia fantasia) e l'intenerimento di essa. Ogni realtà che viene subito capovolta di segno da una saggezza che nasce da questa stessa sua crudezza.



Quando di solito ho a che vedere con la Svezia e' perche' sono alle prese con il montaggio di un mobile Ikea. Ora pero' anziche' montare smonto!!! Che questo moto di ribellione sia di auspicio al nuovo anno!
Allora ... ho preso la ricetta delle brioscine svedesi dal nome impronunciabile e ho deciso di usare i suoi ingredienti per la mia panna cotta. Il cuore di questo dolce al cucchiaio e' invisibilmente bianco... niente rosso sangue... e' solo essenza, essenza di cannella e cardamomo. Puo' essere accompagnata da una salsa al cioccolato aromatizzata all'arancia o perche' no! per i vampiri mancati... amanti delle notti senza alba con una sanguinaria salsa ai frutti rossi!!

Ingredienti

300 ml di panna
200 ml latte intero
50 g di zucchero
1 bacca di vaniglia
1 cucchiaino di cannella
2 bacche di cardamomo

Fate bollire la panna e il latte intero in una casseruola insieme agli aromi ( un cucchiaino di cannella e due bacche di cardamomo), appena bolle spegnere e far raffreddare 3 minuti. In una ciotola di acqua fredda avrete immerso precedentemente 3 fogli di colla di pesce. Strizzateli e aggiungeteli alla panna. Girate finche non si saranno sciolti per bene. Poi versate, filtrandolo con un colino, negli stampini. Fate riposare in frigo fino a che il composto non sara' ben fermo. Megli ancora se si prepara la panna cotto la sera prima di servirla.
Per la salsa ho fatto sciogliere del cioccolato fondente a bagno maria con l'aggiunta di un po' di latte e del succo di un arancia.

English version

300 ml double cream
200 ml milk
50 g of caster sugar
1 tea spoon of cinnamon
vanilla seeds
2 cardamom seeds


First soak the gelatine leaves in a little cold water until soft. Then place the milk, cream, vanilla cinnamon and cardamon and sugar into a pan and bring to a simmer. In the meantime Squeeze the water out of the gelatine leaves, then add to the pan and take off the heat. Stir until the gelatine has dissolved. Divide the mixture among four ramekins and leave to cool. Place into the fridge for at least an hour, until set.
For the sauce place some dark chocolate into a pan and melt it at "bagno maria". Add some juice of 1 orange and stir.








martedì 30 novembre 2010

Stasera per cinema



L'uomo senza passato
vs
Salmone alle erbe in crosta

Difesa Jubecca
vs
La gatta





L'uomo senza passato è un film di Aki Kaurismäki del 2002. Il regista finlandese ottenne con questo lavoro il Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes. C’è dell’eleganza nei silenzi di questo sapore, dell’ironia tra le righe della forchetta. I sapori forti e sapienti si mescolano su una tavola ricca di intelligenza… qualche spezia, ma non troppo, una sobrietà la cui forza è nella visione di insieme, nella sapiente mescolanza di poche cose, con grande attenzione alla scelta.


La carne rosata di questo pesce e' una tentazione elegante non solo per il palato ma anche per gli occhi. Il piacere estetico di cucinare un trancio di salmone in questa ricetta si mescola con la concretezza della cucina finlandese. Materie prime di grande qualita' e grande semplicita'.
L'aneto e il prezzemolo insaporiscono una crema ricca e consistente di formaggio che diventa il cuore morbido del trancio di salmone. La crosta fragrante e' un espediente, rappresenta il piacere giocoso della sorpresa ...del non sapere cosa assaggeremo esattamente.


Ingredienti

2 tranci di salmone fresco
crema di formaggio tipo Philadelphia oppure mascarpone
2 cucchiai di crema di latte/panna fresca
aneto fresco tritato finemente
erba cipollina
prezzemolo tritato
pepe nero
sale
1 rotolo di pasta brise'


Prendete i due tranci di salmone e tagliateli a meta' come per creare una tasca.
Poi mescolate la crema di formaggio con i due cucchiai di panna e le erbe finemente tritate.
Farcite il salmone e poi avvogetelo come per formare un fagottino alla pasta brise'. Spennellate la superficie della pasta con del latte e infornate i tranci ad una temperatura di 180 gradi per una ventina di minuti finche' la superficie non si sara' dorata.

Serviteli tiepidi per esaltare il mix di sapori con delle patate come contorno. Io personalmente l'ho abbinati ad una salsa di cramberries stemperata in un pdellino con della panna e un cucchiaio di aceto balsamico.




venerdì 29 ottobre 2010

Stasera per cinema



Stalker
vs
Borshch

Difesa Jubecca
vs
La gatta



Ogni gioco ha le sue regole che alla lunga potrebbero stancare, dunque andando in un luogo forte e contradditorio come la russia, decido di commissionarti una variazione.
Il film che scelgo è Stalker (Сталкер) diretto dal regista Andrej Tarkovskij nel 1979.
È un film di fantascienza che trascende il genere, in maniera molto elegante peraltro; è tratto dal racconto Picnic sul ciglio della strada scritto nel 1971 dai fratelli Arkadij e Boris Strugackij, ma come è uso di Tarkovskij è una totalmente personale interpretazione dello scritto originale.
Dicevo trascende perchè è mentale, quindi freddo, è blu quindi sicuramente non è rosso, non sentirai il sangue, che ti mancherà, sentirai solo la testa, non è un melange, nè una zuppa, è ordinato e lavora per comparti. È vellutato, non ha di certo una consistenza rustica, non sentirai il sapore della terra, che ti mancherà anche quella... avrai freddo forse, credo di doverti chiedere di preparare qualcosa in opposizione invece che in accordo.

Questa zuppa e' tradizione, calore e colore rosso sangue. E' un gusto che sfugge alle categorizzazioni. E' un equilibrio o meglio un contrasto tra dolce e agro, e' un autunno inoltrato ed una famiglia silenziosa seduta allo stesso tavolo, e' qualcosa di rustico, e' il sapore della terra, della terra bagnata.
E' perfetta per questo autunno... per il mio autunno...


Ingredienti
500g di rape rosse precotte
2 carote
2 gambi di sedano
2 cipolle rosse
40 g di burro
2 cucchiai di olio di oliva
2 agli leggermente schiacciati
4 pomodori a pezzi o passata rustica
prezzemolo
2 chidi di garofano
1 foglia di alloro
1 litro di brodo di carne ( manzo o pollo)
2 fette di limone
erba cipollina, pepe nero
panna acida

Tagliate cipolle, carote, sedano in pezzetti della stessa grandezza. Poi lasciate scioglire il burro in una pentola. Aggiungete due cucchiai di olio, gli agli e le verdure che girerete e soffriggerete per un paio di minuti. Poi aggiungete le rape che essendo precotte, avranno tempi di cottura piu' brevi rispetto al resto delle verdure.
Con un pezzettino di garza create un piccolo bouquet di spezie ( chiodi di garofano, alloro, e prezzemolo) e aggiungetelo alle verdure che avrete ricoperto con il brodo.Aggiungete anche le due fettine di linone.
Lasciate andare la zuppa per una mezzora e poi servitela guarnita con un cucchiao di panna acida, dell'erba cipollina e del pepe nero.

english version

Borshch

500 g pre steamed beetroots
2 carrots
2 celery
40g butter
2 red onions
2 garlic cloves, crushed
4 tomatoes, peeled and chopped
1 bay leaf
1 large parsley spring
2 cloves
black pepper
1 litre of beef stock
2 slices of lemon
soured cream, fresh chives

Cut carrots, onions, celery into pieces of the same shape. Melt the butter add some olive oil (about 2 spoons) in a large pan and cook the vegetables and the garlic stirring occasionally.Then Add the beetroot and some chopped tomatoes.
In the main time place the bay leaf, parsley and cloves in a piece of muslin and tie with string.
Prepare the stock o use one already done melted in hot water.
Add the muslin bag into the pan with the stock. Add the slices of lemon and bring the boil for a 30 min. Serve with soured cream and some chives chopped.






lunedì 27 settembre 2010

Stasera per cinema

Film bleu
vs
Insalata blu di cavolo rosso

Difesa Jubecca
vs
La gatta






Questo mese ti propongo di andare con la mente, col gusto e con la visione a visitare un regista polacco. A partire dalla serie di Tre colori del regista Krzysztof Kieślowski ci vedremo il Film Blu. È un film del 1993 il primo della trilogia che il regista dedica ai tre colori della bandiera francese e, di conseguenza, al motto della rivoluzione francese, "Liberté, Égalité, Fraternité". Il colore nel film accompagna il gusto, nell'eleganza e nella trama. Il blu si staglia come libertà emotiva ed espressiva, l'occhio incanta e guida il gusto, il gusto spazia e si rifugia nel palato con ondate di espressiva presenza.

Quale ingrediente migliore, quando si parla di colori, del cavolo rosso? Quando il suo colore violaceo vira verso il blu per un gioco di temperature e' un vero spettacolo di alchimia e chimica.
Esteticamente accattivante, questa insalata tiepida sarebbe ingiusto definirla solo un contorno. Con il suo gusto agrodolce, rotondo e ricco si sposa perfettamente con piatti di carne di maiale, completandoli e si presta ad essere una portata che ben rappresenta la cucina continentale polacca e i colori di questo nuovo autunno, ormai alle porte.


Ingredienti
1 cavolo rosso non troppo grande, un 400g
1 cipolla
5 prugne secche
1 tazza di acqua
4 cucchiai di zucchero di canna
4 cucchiai di aceto di vino
1 cucchiaino di pepe nero
30 g di burro
olio di oliva
sale

Tritate finemente una cipolla ed affettate a listarelle sottili il cavolo. In una casseruola sciogliete il burro e scaldate l'olio. Rosolate prima la cipolla e poi aggiungerte il cavolo e le prugne tagliate a listarelle. Nel frattempo sciogliete in una tazza d'acqua lo zucchero, aggiungete l'aceto e il pepe. Bagnate il cavolo che avrete fatto appassire per qualche minuto con questo sciroppo e lasciatelo andare, coprendo la casseruola con un un coperchio, finche non si sara' morbido.
Lasciare raffreddarela la verdura cosi' da ottenere un singolare colore bluastro e valorizzare il gusto agrodolce.

Ingredients
1 red cabbage, sheered
1 medium onion
5 dried plums
cup of water
4 tablespoons of red wine vinegar
4 tablespoons of brown sugar
1/2 teaspoon of black pepper
1 tea spoon of sea salt
30 g of butter
some olive

In a large pot, cook cabbage onion and plums in butter and some oil until it collapses, about 5 minutes. Meanwhile, mix together water, vinegar, brown sugar, pepper and salt until sugar is dissolved. Add to cabbage mixture. Bring to a boil. Reduce heat to medium-low. Continue to cook, stirring occasionally, until cabbage is tender, about 15 minutes. Refrigerate to improve the color and the sweet-and-sour flavor.

giovedì 19 agosto 2010

Stasera per cinema



Gatto nero gatto bianco
vs
Burek my way

Difesa Jubecca
vs
La gatta




Gatto nero, gatto bianco è un film del 1998 finanziato da una produzione Jugoslavia/Francia/Germania e diretto dal regista bosniaco Emir Kusturica. È girato in lingua romaní e lo potremmo definire un affresco grottesco, a tratti ilare, divertito; una spirale coinvolgente di sentimenti che hanno perfino un non so ché di rude, di primigenio. Agresti, persi nella natura, rudi, quasi grezzi, i nostri protagonisti si situano assieme alla storia tra il fiume Danubio e gli animali ed i boschi che circondano le case dei gitani lungo il fiume. Un sapore che coinvolge, col gusto della terra e della comunanza, apparentemente folle, ma molto umana, tra persone e tra sapori.


Burek o Borek, nelle sue numerose varianti, disegna una geografia gastronomica che abbraccia storia popoli e culture. Popolare nella cucina ottomana e' rimasto tale nei paesi interessati dalla loro denominazione. Un cibo che avvicina piu' di quanto la politica sia stata in grado di fare per queste genti. Un sapore balcanico, popolare, onesto e semplice che si adatta ai luoghi e alle storie intrecciate di popoli fratelli. Un sapore a me caro perche' sa di mediterraneo - la mia casa- ma che con il suo accostamento di spezie e consistenze ci accompagna ad oriente, un oriente poi non cosi' lontano per i nostri palati.

Ingredienti
250 g di carne macinata di agnello
2 fogli di pasta yufka o fillo
1 cucchiaino di paprica
1 cucchiaino di allspice (mix di cannella, noce moscata, zenzero e chiodi di garofano)
pepe nero
1 cipolla a pasta gialla
1 carota
1 costa di sedano
aneto
semi di sesamo
burro
sale
olio d'oliva

In una padella antiaderente riscaldare dell'olio d'oliva e far imbiodire la cipolla. Soffriggere la carota e i sedano tagliati a tocchetti. Unire poi il macinato e le spezie. Salare a piacere la carne
Cuocere il composto facendo attenzione che non si asciughi troppo.
Torare fuori da l frigo due fogli di pasta fillo di forma rettangolare e con un pennello spennellare la superficie del primo con del burro fuso.
Diporre il composto di carne sul lato piu lungho della pasta e formare un rotolo che andrede a spennelare sulla superficie per arrotolarlo intorno ad un altro foglio, anche esso inburrato.
In una teglia antiadente disponete il rotolo in forma di spirale.Cospargetelo con semi di sesamo e cuocetelo in forno per una ventina di minuti a 200 gradi.
Servitelo tiepido in moda da esaltarne tutti i sapori.

English version

Ingredients
250 g of ground lamb
2 phyllo or yufka pastry sheets
1 teaspoon of paprika
1 teaspoon of allspice ( mix of cinnamon, nutmeg, ginger and cloves)
1/2 teaspoon of black pepper
1 medium yellow onion, peeled and chopped
1 carrot
some celery
3/4 cup butter, melted
some sesame seeds

Heat a large frying pan and add the oil. Saute the onion, the carrot and some celery until soft, and then add the ground lamb, allspice, paprika some salt and black pepper to taste. Cook until the meat is crumbly but not dry. Cool completely before you continue.
Lay 1 sheet of phyllo dough on the counter. Brush with some of the butter. Place the meat mixture across the sheet along the long side. Fold the bottom over the meat mixture and roll into a snake shape. Take an other sheet and after having brushed it with other butter wrap the previews roll dough. Place on a nonstick baking pan and making a coil. Brush with additional butter and spread some sesame speeds on top. Bake in a preheated oven at 200 degrees for 20 minutes or until just golden.

domenica 8 agosto 2010

Rosso di sera bel tempo si spera



Crostatine di buon augurio nella speranza che questa estate londinese non sia del tutto terminata.
Tra lo sconforto e i luoghi comuni del tipo:" questi pomodori non sanno di niente", oppure :" ma ti pare che devo comprare fagiolini che arrivano dal Peru'?" mi consolo con una bella selezione di frutti di bosco che qui, almeno, sono abbondanti e decisamente piu' a buon mercato che in Italia.
Queste tortine sono il mio modo per accorciare le distanze tra Inghilterra e Italia, un connubio perfetto tra nord Europa e Italian Style poiche' la base della pasta frolla ( niente pasta sablée, né brisè, né sucrée etc.) e' by Giovi, cuoca italiana"doc", nonche' mamma ... il che rende tutto piu' dolce!

Ingredienti per la pasta frolla di Giovi
400g di farina
150 g di zucchero
150 g di burro
1 tuorlo
2 uova intere
una bustina di vaniglina ( io ho usato essenza di vaniglia)
1 cucchiaio di lievito per dolci

Per la crema pasticcera
3 tuorli
1/2 litro di latte
100 g di zucchero
50 g di farina

Frutti rossi
lamponi
mirtilli
ribes
more
fragole

Posizionare a fontana la farina setacciata con il lievito e lo zucchero su un piano per impastare. Aggiungere poi al centro il burro sciolto leggermente a bagno maria e le uova.
Aiutandosi con una forchetta cominciare a sbattere leggermente le uova incorporando la farina gradualmente fino a che non otterremo un impasto da lavorare a mano ( ma non troppo per evitare che l'impasto si riscaldi a discapito della friabilita').
Avvolgete poi l'impasto nella pellicola e riponetelo in frigo per almeno un paio di ore.
Nel frattempo preparate la crema pasticcera, ponendo in una casseruola dal fondo antiaderente 3 tuorli. Aggiungete lo zucchero creando una bella crema, poi aggiungere la farina setaccita e continuate ad amalgamare. A filo aggiungete il latte leggermente tiepido nel quale avrete lasciato in infusione una scorza di limone e la vaniglia.
Mettete sul fuoco il composto e girate con una frusta fino a quando non si sara' perfettamente addensato. Quando la crema sara' densa lasciatela sibollire per un paio di minuti e toglietela da fuoco.
Tirare la pasta frolla fuori dal frigo, aspettare una mezz'ora che ritorni a temperatura ambiente e poi stenderla con uno spessore di un paio di centimetri.
Imburrate accuratamente gli stampi da crostata (se utilizzate il silicone ovviamente non sara' necessario) e adagiatevi i dischi di frolla. Cuocete la base che avrete bucherellato e ricoperto di fagioli secchi per all'incirca 20 min (il tempo che si colori leggermente) a 170°C.
Tirate la base della crostata fuori dal forno e aspettate che si raffreddi.
Infine farcite le crostatine con la crema e divertitevi a guarnirle con la selezione di frutta che avrete preventivamente marinato con dello zucchero e una spruzzata di limone.

English version

Ingredients for the Giovi's pasta frolla
400 g all purpose flour
150 g butter
150 g sugar
2 eggs and 1 yolk
1 spoon of baking powder
vanilla sugar or vanilla essence

For the cream
3 yolks
100g sugar
50g flour
vanilla essence
zest of lemon

Red fruits
strawberries
blackberries
blueberries
redcurrants
raspberries


Make the pasta frolla first: sieve the flour as a fountain, add sugar, vanilla sugar and baking powder. On the middle of the fountain make a hole and add the butter slightly melt and he eggs.With a fork beat the eggs and start to mix gradually eggs butter and flour till you can make a dough. Only work the dough so long as necessary to get all the ingredients together into a uniform mass but not longer. Flatten out slightly, wrap in plastic and transfer to the fridge for at least two hours.
In the main time you can prepare a cream whisking three yolks with sugar and then flour. Next add some tepid milk flavoured with lemon zest and vanilla. Stir it slowly and gently.
Set the pot to heat over a low flame, stirring gently, until it barely reaches a slow boil.
Once the dough has rested enough remove it from the fridge and wait about 20-30, minutes just enough to make it workable. Pre-heat the oven to 170°C. Roll the dough to the desired thickness using all the flour you need to keep it from sticking to you rolling pin and the working surface. Once rolled out, transfer it (extremely carefully, help yourself by rolling the dough around the rolling pin) to a tart forms. Trim off all the excess dough and brush off any excess flour with a pastry brush. At the end riddle the bottom of the tars and put on top some beans. Bake for about 20 or 30 minutes, till gold brown, turning the cake around midway.
Let cool the pastry before and then fill it with cream and fruit al ready dressed with sugar and lemon juice.




sabato 31 luglio 2010

Tarator, Zuppa fredda di yogurt, cetrioli e noci


Domenica d'Agosto ... che caldo fa ... ma questa e' un'altra storia. La storia vera e' quella di un desiderio intenso d'estate non adegutamente appagato a causa della mia collocazione geografica. Allora invidiando intensamente chi in questo momento boccheggia per la calura ho voluto provare questa zuppa fredda che mi sembra perfetta per la stagione.
Proveniente da un luogo imprecisato dell'area balcanica, questa ricetta mi ha molto incuriosito per la sua semplicita'e facilita' di esecuzione. Provatela!

Ingredienti

1 cetriolo
1 aglio
75g di noci
40g di pane raffermo
30ml di olio di oliva
400 ml di yogurt greco o libanese
120 ml di acqua minerale fredda
5-10 ml di succo di limone
sale e pepe

Per guarnire

qualche gheriglio di noce
olio di oliva
aneto



Tagliare un cetriolo, privato della buccia a tocchetti e lasciarlo da parte.
In un pestello o per facilitare l'operazione in un blender tritare insieme l'aglio e il pane aggiungendo un po' alla volta l'olio.
Unire lo yogurt, i cetrioli e infine l'acqua fredda e il succo di limone. Aggiustare di sale.
Se si preferisce una zuppa dalla consistenza della vellutata frullare ulteriormente il composto.
Condire la zuppa con un filo d'olio dell'aneto fresco finemente tritato e qualche gheriglio di noce.


Ingredients

1 cucumber

1 garlic cloves
75g walnut pieces
40g day old bread torn into pieces
30 ml sunflower oil or walnut oil
400 ml greek yogurt or libanese yogurt
120 ml cold or chilled still mineral water
5-10ml lemon juice

For the garnish

40 g walnut coarsely chopped
25 ml olive oil
fresh dill

Cut the cucumber into 2 and peel one half of it. Dice the cucumber flesh and set aside.
Using a large mortar and pestle, crush the garlic and salt together well. Add the walnut and bread. If you prefer your soup smooth puree it in a blender before serving.
When the mixture is smooth add the sunflower oil slowly and combine well.
Transfer the mixture into a large bowl and beat in the yogurt and diced cucumber.
Add the cold water and lemon juice to taste.
Pour the soup into chilled soup bowls to serve. Garnish with the chopped walnut and a little olive oil and spring of dill.

sabato 17 luglio 2010

Stasera per cinema

Lo sguardo di Ulisse
vs
Moussaka

Difesa Jubecca
vs
La gatta




Il film durante le cui riprese venne a mancare il nostro Gian Maria Volonte' e' il film di questo mese per cena. E' un film greco del regista Theo Angelopoulos: Lo sguardo di Ulisse: un film del 1995 di grande poesia ma molto denso, molto carico. Un viaggio alla ricerca di uno sguardo innocente, di uno sguardo vergine, primario, lindo come il mare di Grecia. Una storia che si svolge invece per strati, per onde ma soprattutto per strati.
Gli anni, le persone, le idee, i suoni, le scoperte, il cinema stesso, l'atmosfera rarefatta, pulita o nebbiosa, tutto si sovrappone, si amalgama e si percepisce come un sapore carico, importante, che viene dalla terra, dal profondo della storia ...





Che senso ha preservare le tradizioni culinarie in questo momento in cui anche in cucina si parla un esperanto fatto di fusion, sperimentazioni e di labili confini che si dissolvono nello spazio di un piatto da portata?
Personalmente non amo il protezionismo culinario, non penso che una cucina sia programmaticamente migliore di un'altra. Quello che penso pero', e' che nulla sara' mai piu' gustoso della pasta al forno che preparava tua madre, che a sua volta ha imparato da tua nonna. Nulla sara' piu appropriato della variante familiare di una ricetta tradizionale che perde le sue origini nel passato.
La memoria in cucina gioca un ruolo fondamentale!
Pensando alla cucina greca e alla sua ricchezza ero tentata di mixare sapori e consistenze creando qualcosa di genericamente mediteranneo ma poi la scelta del film mi ha fatto cambiare idea. Nulla a che vedere di piu' con la memoria e con il processo di stratificazione della nostra mente che genera i ricordi di un piatto tradizionale come la Moussaka.
Ricetta diffusa con diverse varianti nell'area balcanica, e' uno di quei piatti che ogni brava massaia fa a modo suo. Documentandomi di qua' e di la' ho trovato una ricetta con un commento decisamente convincente riguardante la giusta sequenza di strati nella vera moussaka. Ora, questo dictat mi suonava un po' come un dogma e questo mi e' piaciuto. Cosi' per una volta mi sono fidata e non ho posto obbiezioni! ... Strano ma vero!!!!

Ingredienti
1/2 kg di carne tritata (un mix di agnello e manzo)
1kg e mezzo di melanzane
1/2 kg di patate
2 cipolle
2 pomodori maturi
2 cucchiai di polpa di pomodoro
besciamella soda
olio, sale, pepe e aneto

Gli strati totali della moussaka sono 6. Si comincia con lo strato di patate (tutte), si prosegue con le melanzane( meta' di quelle preparate), la carne tritata (tutta), l'altra meta' delle melanzane e si termina con lo strato di besciamella.
Tagliare a fette le melanzane lungo e metterle a bagno in acqua e sale per un’ora.
Tagliare a fette le patate per il lungo.
Friggere le patate e le melanzane ben scolate dall’acqua. In una padella, cuocere le cipolle e il pomodoro con un po’ d’acqua. Aggiungere un po’ d’olio e poi la carne. Tirare a cottura con l’acqua, salare, pepare e aggiungere l’aneto secondo il gusto. Oliare una teglia e disporre gli strati di verdure fritte e carne cominciando con uno strato di patate, uno di melanzane e uno di carne e procedere così fino a terminare con le melanzane. Coprite con la besciamella soda e ficcgi di burro. Infornate a forno gia'caldo (200 gradi) e cuocete finche'la superficie e' ben dorata.

domenica 20 giugno 2010

Stasera per cinema

Um filme falado
vs
Scampi al Porto

Difesa Jubecca
vs
La gatta





Cara stasera per cena ti porto un film assai particolare. Da noi si intitola “Un film parlato” di Manuel De Oliveira. I protagonisti parlano ognuno la propria lingua. O quasi. Quello che per noi conta è il sapore, un sapore che ti accarezza e ti stordisce un po’. Qualcosa di mare, ma anche di lontano, nostalgico, affogato in un alcolico che stordisce e insaporisce con leggera ruvidezza. Qualcosa che ti faccia pensare che di là dall’oceano ci sono delle colonne, quelle di Ercole, e che non c’è nulla dopo di lui, nulla dopo di noi, solo parole a condirci la serata.











Con questo piatto vi offro la mia versione del Portogallo e invento la mia lingua per descrivere un paese che, culinariamente parlando ma non solo, mi ha incantato.
Provando a spiegare l'affinita' elettiva provata viaggiando in Portogallo ho pensato che il modo migliore per descriverla era parlare di come si sposano in maniera armoniosa il mare e l'entroterra campestre, la nostalgia del marinario e la curiosita' del mercante nella cucina di questo paese.
I crostacei sfumati con un bicchiere di corposo e rotondo Porto ruby raccontano di come i contrasti spesso riescano a creare qualcosa di speciale. La scelta di accompagnare questi scampi con una polenta profumata alla cannella, noce moscata e coriandolo fresco, poi, e' sia un omaggio ad un'altro popolo di marinai e mercanti, quello veneziano (a noi piu' familiare), sia un ricordo di terre lontane che l'oceano ha mostrato ai temerari che hanno osato sfidarlo.


Ingredienti per due persone

6 scampi
125 g di polenta istantanea a grana fina
1 bicchiere di porto ruby
2 spicchi d'aglio
1 scatola di pelati
cannella noce moscata
coriandolo fresco
peperoncino in polvere

Fate rosolare due spicchi di aglio nell'olio e aggiungete gli scampi. Sfumateli con un bel bicchiere di porto e infine aggiungete i pelati. Coprite la padella e lasciateli andare per una ventina di minuti a fuoco lento. Aggiungete sale e peperoncino.
Intanto riscaldate all'incirca mezzo litro di acqua o anche qualcosina in piu' e prima che bolla aggiungere una presa di sale e qualche goccia di olio. Aggiungete subito la polenta istantanea poco alla volta evitando che si formiono dei grumi. Infine profumate la polenta con della cannella e della noce moscata
Io ho lasciato la polenta un tantino cremosa aggiungendo un po' di latte ma in realta' potete farla addesare a piacimento.
Una volta pronta adagiatevi sopra gli scampi il sughetto ottenuto e una manciata di coriandolo fresco.

lunedì 24 maggio 2010

Stasera per cinema

Che ho fatto io per meritare questo? vs Storia di un polpo gallego sul letto di una paella piccante Difesa Jubecca vs La gatta

Allora cara per Maggio ti propongo Che ho fatto io per meritare questo? (¿Qué he hecho yo para merecer esto !!) un film diretto da Almodovar. Un pasticcio piccante e ricco di spezie, di sapori che si mischiano, quasi inconsapevolmente tra di loro, in realta' molto ben orchestrati.

Si sorride convivialmente a tavola, si ammicca, qualcosa nel palato si da la corpo e dal corpo vibra.

Un film spagnolo e vivo, come un'unica composizione di odori e spezie... un sorriso che vibra di matador e gonne lunghe... una piccantezza spagnola, insomma...

La cucina e' un fatto di storie, di incontri e abbinamenti. A volte ben riusciti a volte inaspettati e per questo piu’ interessanti. Storie raccontate, ricette tramandate oralmente o storie vissute, complicate, fatte di ricordi sovrapposti e di aspettative. E gli ingredienti, ognuno con la sua personalita’, come un carosello di attori recitano a soggetto per il nostro divertimento. In questa ricetta due grandi classici della cucina iberica, entrambe in un angolo della mia memoria culinaria, si incontrano e in un gioco di rimandi piccanti danno vita ad un piatto che preannuncia l'afa estiva e sazia come una giornata di sole.

Ingredienti

250 g di riso a grana lunga

1 polpo di media grandezza

1 salamino chorizo

1 lattina di ceci precotti

2 cipolle bianche

3 o 4 cucchiai di pelati

1 cucchiaino di peperoncino

1 cucchiaino di paprica dolce

2 foglie di alloro

2 bustine di zafferano

olio di oliva

sale

il succo di 1 limone

Pulire il polpo sotto acqua corrente privandolo della lisca e degli occhi. Ammorbidire le fibre della carne percuotendolo con un mazzuolo di legno o un batticarne.

Portare ad ebollizione una pentola piena d’acqua e immergere il polpo per 2 o 3 volte. Buttare l’acqua e riportarla ad ebollizione questa volta con una cipolla tagliata in due e un paio di foglie di alloro. Cuocere il pollo nell’acqua bollente per almeno 20, 30 minuti a seconda della sua dimensione.

Nel frattempo tagliarte finemente una cipolla e fatela soffriggere in olio d’oliva con una testa d’aglio e qualche cubetto di chorizo. Aggiungete poi i ceci e qualche filetto di pomodoro. Dopo aver lasciato cuocere il tutto per una quindicina di minuti, aggiungete il riso. Lasciatelo tostare per bene e sfumatelo con del vino bianco.

Infine ricopritelo con del brodo vegetale e aspettate che il liquido venga assorbito dal riso evitando di girare troppo spesso.

Non eccedete con la quantita’ di brodo. Cominciate con il ricoprire appena il riso e il suo condimento e nell’eventualita’ aggiungete altro brodo. Quando il brodo si sara' asciugato e il riso avra' raggiunto il punto di cottura aggiungete lo zafferano e mescolate delicatamente.

Dopo un 30 miniti tirate fuori il polpo e con l’aiuto di forbici fatelo a tocchetti. Conditelo con abbondante olio, una spruzzata di limone, paprica e sale grosso e tenetelo da parte.

Quando la paella sara’ pronta aggiungete il restante salame e adagiativi sopra il polpo.

Spolverate il tutto con dell’altro prezzemolo e gustatelo annaffiato da una gelida cervesao da un buon bicchiere di Lambrusco. `Ole’

English version Ingredients 250 g of long rice 1 octopus 1 chorizo 1 tin of chickpeans 2 white onions 3 or 4 tablespoons of tomato sauce 1 teaspoon of chilli pepper 1 teaspoon of sweat pepper 2 leaves of bay 2 bags of saffron olive oli Salt Lemon juice Fill a large soup pot with water, enough to submerge the octopus. Bring the water to boiling and then submerge the octopus 3 or 4 times.

After that, change the water and add one onion cut in half and a couple of bay leaves. Bring the water to boiling again and place into the octopus.

Leave it in there for 20 or 30 minutes, it depends of its dimensions.

Remove it from the water and slice it in thick rounds. Sprinkle with paprika, parsley and salt all over and drizzle with extra virgin olive oil and lemon juice. Leave it to marinate until the paella will be ready.

At the same time let’s heat some olive oil up in a paella dish or heavy-based saucepan and add the garlic, onion and some cubes of chorizo. Heat until softened.

Then add the chickpeas and some fresh tomatoes. After 15 minutes add the rice and stir until all the grains are nicely coated and glossy. Now add the chilly pepper and dry white wine and when it is bubbling, pour in the hot vegetable stock. Cook gently for about 20 minutes until the rice will adsorb the water. Add 2 small bags of saffron.

Now serve the paella adding some other fresh cuts of chorizo, some chopped parsley and the octopus that was marinating.

giovedì 22 aprile 2010

Stasera per cinema



Amarcord
vs
Dopo il brodo c'e' il cappone


Difesa Jubecca
vs
La gatta




Non può passare Aprile senza sentirsi proiettati indietro di qualche anno, risentire gli odori primaverili che per me significa anche sternutire un po’… ah, gli odori, dicevo, e non può passare Aprile senza pensare alla campagna, correre col pensiero a giochi infantili, passeggiate, alberi e vespe… allora, cara, ti propongo Amarcord di Fellini, un film del 1973, dicono tra i più autobiografici di Fellini. Il titolo infatti significa io mi ricordo… un ricordo… di qualcun’altro ma pur sempre un ricordo… cucina verace romagnola, saporita e naturale, fatta di cose che troveresti nella campagna, pensavo, ma non si tratta solo di un brodo naturale, c’è della carne, c’è del sapore, c’è del gusto da tavola italiana, del sapore da trattenersi e quasi rimirare… l’Italia finalmente…






L'altra forma del ricordo. Cosi' ho guardato alla mia infanzia e alla cosa che piu' mi piaceva quando mia madre cucinava il brodo di cappone o gallina ... l'insalata che preparava con la carne da cui aveva ottenuto il brodo.
Me la ricordo fresca e croccante, una sorta di shock termico dopo il calore e i fumi del brodo. Dato che e' Aprile la mia memoria opta per il sapore fresco di quell'insalata e gli da' una nuova forma. Ad accompagnare i ricordi, poi ,abbiamo il presente e il territorio, con gli scalogni caramellati in riduzione di aceto balsamico... e il gioco e' fatto!

Ingredienti
mezzo cappone o gallina o pollo... bo fate voi!
4 carote
4 costine di sedano
1 cipolla
30 g di burro
1 mazzo di prezzemolo
4 o 5 scalogni
3 cucchiai di aceto balsamico
2 chiodi di garofano
due cucchiaini di zucchero
2 o 3 fogli di gelatina
pepe nero e sale q.b.

Mettete a bollire il cappone in acqua fredda con una carota, una costina di sedano e una cipolla per almeno 1 ora e mezza.
Nel frattempo tagliate le restanti carote a listarelle e il sedano a tocchetti. Scottate poi in padella il tutto con il burro, giusto il tempo che questo si sciolga. Aggiungete una bella manciata di prezzemolo, pepe nero e sale. Le verdure devono rimanere croccanti.
Quando il brodo sara' pronto, filtratelo e tenetelo da parte. Sfilacciate la carne e unitela alle verdure. Mescolate il tutto e saltatelo leggermente in padella aggiustando di sale.
Dopo aver lasciato il brodo raffreddarsi scioglite i fogli di gelatina al suo interno. A questo punto fatelo riposare ancora un po' in frigo il tempo che la gelatina si addensi. Se doveste vederlo ancora troppo liquido aggiungete un'altro foglio.
Nel frattempo avrete fatto rosolare in una padella, con un filo d'olio, gli scalogni interi e messo a ridurre l'aceto con le spezie in un altro pentolino. Aggiungete alla riduzione di aceto due cucchiaini di zucchero e un goccio d'acqua se vi sembra troppo densa. Infine trasferite gli scalogni che andranno a caramellarsi per qualche minuto nello sciroppo ottento dall'aceto.
Procedete con il prepare la terrina. In uno stampo da plumcake stendetevi della pellicola per cucina e adagiatevi poi uno strato di gelatina. Intervallatelo con uno di insalata e via dicendo fino ad esaurimento. Mettete poi la terrina in frigo per un paio d'ore.
Servitela, infine, a temperatura ambiente, accompagnata dagli scalogni e irrorata leggermente con la riduzione di aceto balsamico avanzata.




lunedì 22 marzo 2010

Stasera per cinema

Auch Zwerge haben klein angefangen
(Anche i nani hanno cominciato da piccoli)
vs
Zuppa verde verde


Difesa Jubecca
vs
La gatta

Anche i nani hanno cominciato da piccoli, mia cara, non ha nulla a che vedere con le magagne del governo italiano. È bensì un film tedesco del 1970, Auch Zwerge haben klein angefangen, diretto da Werner Herzog, uno che di poesia per immagini se ne intende. È tuttavia un film sgraziato, la cui poesia sta sotto la pelle, crudo, in cui quasi l’immagine non ha il filtro del cinema, del girato, poco cucinato, cara, molto poco, giusto assemblato e montato. Elementi quasi sgradevoli alla vista, sono invece la natura, la naturalità dell’immagine e del gusto. Un’ apparente pesantezza che richiama ad una ponderatezza nella degustazione, protegge dal freddo: nel mondo piove e ha senso solo stare a casa a sorseggiare una bevanda e a mangiare dall’orto. Una zuppa in cui trovi la terra, il lavoro dell’uomo e pochi fronzoli. Nella gola mi rimaneva un sorriso eppure, l’indigestione e la pesantezza che credevo non c’erano… è un film tedesco, rigoroso romantico e puro, un film decisamente tedesco…

La visione di questo film ha scatenato in me una voglia di verde incredibile. Probabilmente il verde di una primavera che tarda ad arrivare, dopo un inverno crudo e freddo che ci stiamo lasciando lentamente alla spalle. Di fronte al bianco e nero di questo film il comfort di una zuppa fumante non poteva essere la soluzione adatta ma il bisogno prepotente di natura mi ha fatto pensare ad una zuppa tiepida...il tepore e la sospensione della riflessione. I sapori delicati delle erbe e della rapa che vengono intercettati lentamente dal palato come i significati che a volte ci sfuggono. Il tutto é ravvivato dalla nota croccante e dolce del pistacchio e della mela che sta lí per ricordarci che la primavera é alle porte, malgrado tutto... Ingredienti un mazzo di erbette varie: rucola, crescione e spinaci 2 rape 1 costina di sedano 1/2 porro una manciata di piselli ancora congelati brodo vegetale 1 mela Bramley (o renetta) aceto balsamico di mela una manciata di pistacchi non salati un cucchiaio di panna acida sale, pepe nero e noce moscata. burro Rosolare le rondelle di porro e il sedano tagliato sottile in un'abbondante noce di burro, poi aggiungere le rape grattuggiate ed infine le erbette. Rosolarle appena e aggiungere due mestoli di brodo vegetale. Aggiungere una manciata di piselli ancora congelati e frullare il tutto. Il contrasto termico tra i piselli, ancora ghiacciti e la zuppa calda renderanno il colore ancora piu brillante. Se il composto rimane troppo fibroso aggiungere altro brodo. Infine condire il tutto con generosa noce moscata e pepe nero. In una padella rosolare, nel burro, cubetti di mela con i pistacchi pestati grossolanamente e spruzzare il tutto con l'aceto balsamico di mele. Salare e pepare. Aggiungere alla zuppa le mele, i pistacchi e un cucchiaio di panna acida. Servire la zuppa tiepida.